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Devono essere spiegate le opere d'arte? E come farlo a parole? Heinrich Wölfflin, tra i più grandi studiosi d'arte del secolo scorso, prova a rispondere a questo interrogativo muovendo dall'assunto che così come si impara una lingua straniera, con i suoi vocaboli e la sua grammatica, occorre imparare a vedere e giudicare ogni stile secondo le sue strutture di senso e non secondo un canone particolare. Lo spettatore deve quindi avere l'opportuno "atteggiamento" per non rischiare di sovrimporre alle opere concetti e categorie estranee ed estrinseche. Uscito in origine nel 1921, questo testo ebbe grande risonanza e l'autore decise di ripubblicarlo nel 1940 con l'aggiunta di un poscritto, incluso nella presente edizione.